DALLO STATO DI DIRITTO ALLO STATO DI CONCESSIONE
Attenzione… Allarme…
Quello cui state assistendo non è un esercitazione! Quello che vedete è il proseguio di un progetto che parte da lontano, che ha vissuto dei momenti “magici” come la modifica della legge Anselmi del 1978, la promulgazione della legge Balduzzi del 2012, la cancellazione dell’articolo 18, la nascita della legge Gelli nel 2017 lo stesso anno in cui è nata la legge 119 della Lorenzin. Tutti passaggi che hanno creato l’epoca che stiamo vivendo in cui la sanità pubblica, trasformata da strumento per assolvere un importante diritto costituzionale come la salute, in una concessione data da aziende convenzionate con lo stato.
Così l’esercito che in Italia si occupa di sanità, oggi in piena pandemia mondiale, si è trasformato in uno dei settori speculativi di maggior rilevanza nel paese, ed i lavoratori dipendenti di quel settore in galline dalle uova d’oro da sfruttare.
Di questi giorni è la polemica sull’obbligo vaccinale per chi lavora nella sanità, lo stesso obbligo che ha escluso dal sistema scolastico i bambini 0-5 a partire dal 2017, un imposizione indiretta: i dirigenti ospedalieri, i datori di lavoro così come fu per i dirigenti scolastici trasformati in responsabili per eventuali contagi negli spazi da loro gestiti che, per questo, escludono dal lavoro coloro che non vogliono essere privati della libertà di scelta sul proprio corpo; questo sui lavoratori si trasforma in minaccie di licenziamento.
Ma sono davvero i lavoratori l’obiettivo? È davvero la salute pubblica quello cui lo stato ambisce?
In un paese in cui i lavoratori con contratti a tempo indeterminato sono davvero pochi e perlopiù abbiamo persone con contratti atipici, a tempo determinato, contratti a progetto dalle mille arzigogolate modalità, quanti piegheranno la testa ed accetteranno questa imposizione?
E se l’obiettivo fosse quello di ridurre un altro diritto in concessione???
Parliamoci chiaro se passa il concetto che il lavoro è una concessione, così come la salute, perché non dovrebbe esserlo l’istruzione?
Immaginate, i ragazzi dai 6 ai 16 anni che oggi possono accedere nelle scuole, anche senza vaccini pagando una sanzione amministrativa, per avere il diritto all’istruzione, se passa l’esclusione dei lavoratori contrari all’obbligo, perché non dovrebbero conseguentemente essere espulsi dalle scuole?!
Una generazione che di fatto sarà vittima di un passaggio epocale: la trasformazione dello stato di diritto nello stato di concessione.
La trasformazione delle comunità in community, la costituzione sostituita dalle policy. È chiaro che in un mondo in cui, il capitalismo ha preso il controllo di ogni settore della società fino a trasformare i diritti in merce, la verticalizzazione del potere è indispensabile.
Ed è altrettanto chiaro che non basteranno atteggiamenti ribelli e riforme sociali.
Per tornare ad uno stato di diritto con aspirazioni umanistiche è indispensabile un presa di coscienza della situazione attuale per sperare in una nuova evoluzione che porti gli individui a vedersi protagonisti della propria esistenza.
“Mala tempora currunt”.
Solo noi, riconoscendo la tirannide ideologica e le strategie che usano, potremo tornare a far risorgere il sole.
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