MANIFESTO PER LA SOVRANITÀ, LA DEMOCRAZIA E L’AUTODETERMINAZIONE
In occasione dell’anniversario della ratifica del Trattato di Maastricht (1 novembre 1993), il nascente partito Italexit con Paragone, Brexit Party, Génération Frexit e Somos España hanno sottoscritto il seguente Manifesto.
MANIFESTO PER LA SOVRANITÀ, LA DEMOCRAZIA E L’AUTODETERMINAZIONE
Le organizzazioni firmatarie, provenienti da
vari paesi membri dell’Unione europea, sottoscrivono la seguente
dichiarazione di principi:
1. 28 anni dopo la firma del Trattato di Maastricht e 63 anni dopo la firma del Trattato di Roma, l’Unione europea è diventata una tirannia tecnocratica che opprime gran parte dei paesi dell’Europa,
calpestandone la sovranità e condannandoli alla deindustrializzazione e
alla stagnazione economica. Lungi dall’unire i popoli d’Europa, l’UE ha
seminato discordia tra di loro. È arrivato il momento di prendere atto
dell’inequivocabile fallimento sociale, economico e politico dell’UE e
dell’euro e di chiedere il conto ai politici che hanno sostenuto – e
continuano a sostenere – il processo di integrazione sovranazionale.
2. A coloro che decretano la morte dello
Stato-nazione, rispondiamo che la sovranità deve risiedere solo ed
esclusivamente nel popolo, e che non c’è popolo senza nazione. Questo è
in netto contrasto con la natura sovranazionale dell’Unione europea e
delle sue istituzioni antidemocratiche. Non esiste democrazia
senza nazione e l’Unione europea, indipendentemente dai desiderata degli
europeisti, non è uno Stato-nazione.
3. Il ritorno del ruolo dello Stato-nazione non
implica, come alcuni vorrebbero farci credere, un ritorno alle ostilità
e alle guerre del passato. Questo perché siamo patrioti e non nazionalisti.
Come disse Charles de Gaulle, «un patriota è colui che ama il suo
paese, un nazionalista è colui che odia il paese degli altri». Vogliamo
un’Europa fondata sulla cooperazione internazionale, sugli scambi
culturali e studenteschi, nonché sul commercio equo tra i paesi. Ma
questa Europa che vogliamo dovrà necessariamente essere costruita al di
fuori dell’Unione europea. Amiamo l’Europa; per questo ci opponiamo all’Unione europea.
4. A vent’anni dalla sua creazione, l’euro si è dimostrato un clamoroso fallimento.
Soffoca l’economia di molti paesi europei, contribuisce alla loro
deindustrializzazione e avvantaggia solo un gruppo ristretto di paesi –
Germania in primis. Asseriamo che il diritto di battere la propria
moneta è un attributo fondamentale dello Stato-nazione, alla pari del
controllo dei confini, delle forze armate e dei corpi diplomatici.
Questo è il motivo per cui sosteniamo la fuoriuscita dei nostri paesi dall’euro (richiesta che le parti firmatarie che non fanno parte della zona euro sostengono appieno).
5. Lungi dall’essere una fatalità della storia,
il globalismo – un progetto essenzialmente volto a scindere i processi
economici e politici dal processo democratico, di cui l’UE rappresenta
l’esempio più lampante – non è una realtà ineluttabile. Asseriamo
che è possibile e necessario che gli Stati riprendano il controllo
delle loro economie, nella misura in cui ogni paese valuterà opportuno.
È una questione di volontà politica. Ma questo richiede dei veri
patrioti alla guida dei nostri paesi, e la liberazione di questi ultimi
dai vincoli dell’UE e dell’euro.
6. I grandi Stati-nazione d’Europa, emersi tra
il XVII e il XX secolo, sono un tesoro da preservare e fanno parte del
patrimonio comune di tutta l’umanità. Questo è il motivo per cui ci
opponiamo alla loro disarticolazione e alla loro frammentazione in
micro-Stati, come aspira surrettiziamente a fare la politica delle
euroregioni. Lo scopo della creazione di tali micro-Stati è garantire
che il rullo compressore del globalismo non incontri più nessun ostacolo
alla sua politica di soggiogamento dei popoli. Solo gli Stati-nazione possono resistere all’offensiva globalista. Per questo affermiamo che la questione della sovranità nazionale è strettamente collegata a quella dell’unità nazionale.
7. L’Unione europea non può essere riformata.
Dalla firma del Trattato di Roma, abbiamo sentito più e più volte
promesse di “un’altra Europa”, ma questo non si è mai tradotto in fatti
concreti. Per recuperare la sovranità e dunque la democrazia è
necessario abbandonare l’Unione europea e l’euro, e prima è meglio è.
8. Per tutti questi motivi, ci impegniamo a perseguire l’obiettivo di far uscire i nostri paesi dalla gabbia dell’Unione europea
(se necessario, per quei paesi che lo riterranno utile, promuovendo un
referendum sull’uscita, come è stato fatto nel Regno Unito), accelerando
così il suo inevitabile scioglimento.
Organizzazioni firmatarie:
Brexit Party
Italexit con Paragone
Génération Frexit
SOMOS España
Qui il sito dell’appello multi-lingua: eurexit.org
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