Il leader leghista ne è diventato il pretoriano, ringraziandone l’attività in Europa sui migranti addirittura prima che questa produca qualche effetto. Molti pezzi si muovono sulla scacchiera, compresi la dozzina brillante (o sporca, secondo i punti di vista) che ha depauperato Forza Italia di dodici voti e 600mila euro di contributi parlamentari all’anno passando armi e bagagli con Toti e Brugnaro. La Meloni fa una signorile ed efficace (secondo i sondaggi) opposizione in tailleur allarmando chi all’estero (The Economist) ne teme un possibile arrivo a palazzo Chigi. Sui Cinque Stelle va sospeso il giudizio: sono molto oscillanti in attesa di un profondo chiarimento interno, anche se su temi identitari come la giustizia picchiano ancora duro.

Capiremo tra qualche mese (elezioni per il Quirinale, ad esempio) quali saranno le linee di approdo. Ma qui si guarda ancora il dito, mentre per salvare il Paese Mario Draghi deve guardare la luna. E’ noto che l’Italia non muove un passo da alcuni decenni e che per riscuotere i soldi di Bruxelles deve imparare a correre. E’ come l’infermo incontrato da Gesù a Gerusalemme (Giovanni, 5,1-8) che lamenta di dover restare immobile mentre tutti gli altri corrono a prendere l’acqua. "Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina", gli ordinò il Signore. E anche l’ex infermo ebbe l’acqua. Per prendere l’acqua di Bruxelles, come i Paesi normali, dobbiamo diventarlo anche noi. Non abbiamo l’esclusiva della delinquenza e degli imbrogli, ma adesso che si parla di subappalti abbiamo ancora norme così stringenti da essere incompatibili con la velocità che si richiede alle imprese. L’Italia ha il più alto tasso di poliziotti per abitante d’Europa e un elevatissimo numero di magistrati, autorità e quant’altro che si occupano di antimafia. Arrestiamo i colpevoli, ma facciamo lavorare gli innocenti (fino a prova contraria). A meno di non sposare la mitica dottrina Davigo secondo cui gli innocenti sono colpevoli ancora non identificati.