IMU: il ragionevole dubbio in una amara realtà continua e persistente
amministratore
marzo 7, 2020
Facciamo seguito all’articolo già pubblicato nello scorso mese di
febbraio al fine di dare conto delle risposte alle domande inviate ad
alcuni parlamentari che ci rappresentano all’estero. Cerchiamo in questo
modo di meglio comprendere le decisioni prese dal Governo italiano
nella legge di bilancio 2020, riguardanti le modifiche apportate al
pagamento dell’IMU per i pensionati, proprietari di immobili in Italia,
iscritti all’AIRE.
Le domande che abbiamo ritenuto opportuno porre sono le seguenti:
1. Non vi sembra che l’abolizione della norma che agevolava i
pensionati AIRE non elimini affatto le discriminazioni tra proprietari e
proprietari? L’IMU sulla prima casa o la pagano tutti (residenti in
Italia o all’estero e che siano pensionati o meno) o non la paga
nessuno.
2. Un commento sulla relazione intercorrente tra il divieto di cui
all’art. 18 TFUE e la sovranità nazionale in materia di imposizione
fiscale sugli immobili.
3. Se si parla di discriminazione per aver introdotto condizioni più
favorevoli agli iscritti all’AIRE, l’aver previsto l’esenzione solo per i
pensionati all’estero, e non anche per i cittadini italiani iscritti
all’AIRE non pensionati ed europei di altra nazionalità proprietari di
immobili in Italia, la legge di Bilancio 2020 non elimina affatto le
discriminazioni. Quali sono le Vs proposte per ovviare a questo grave
problema?
Le risposte dei nostri parlamentari che ci sono pervenute le pubblichiamo in maniera integrale
On. Angela Schiro’:
Risposta alla prima domanda: “La prima domanda si basa su un presupposto
controverso dal punto di vista giuridico. E cioè quello di credere che
la casa posseduta in Italia dagli italiani residenti all’estero debba
essere considerata “prima casa” nell’accezione giuridica statuita dalla
legge.
In realtà la normativa sull’IMU (modificata ora dalle nuove
disposizioni introdotte dalla Legge di Bilancio per il 2020) definisce
“prima casa” o meglio abitazione principale (cfr. comma 2, art. 13 della
legge 22 dicembre 2011) l’immobile nel quale il possessore dimora
abitualmente e risiede anagraficamente. Condizioni, queste ultime due,
che non possono essere soddisfatte da chi risiede all’estero, ma non
solo: anche gli italiani residenti in Italia proprietari di immobili se
cambiano la residenza per andare a lavorare altrove in Italia sono
tenuti a pagare l’IMU sulla casa di proprietà in cui non sono più
residenti.
L’esortazione espressa nella Vostra domanda ha senz’altro
giustificazioni morali, ma purtroppo non ha basi giuridiche. Comunque,
ciò che il Parlamento ha introdotto nel 2014, con una legge targata PD, e
con molte difficoltà, è stata l’equiparazione ad abitazione principale
della casa posseduta in Italia dai pensionati italiani residenti
all’estero. Si è trattato quindi di un risultato politico basato su un
fondamento storico, etico e sociale consolidato, oltre che una
convenienza per l’Italia a conservare i legami con i nostri connazionali
che proprio attraverso la casa hanno sempre mantenuto e consolidato i
loro rapporti affettivi ed economici con la terra di origine. Per questa
ragione, auspico che il Governo percepisca l’importanza di trovare al
più presto una soluzione adeguata per venire incontro alle pressanti e
giuste richieste delle nostre collettività che ritengono che lo Stato
italiano sia ora venuto meno ad un impegno di riconoscenza e solidarietà
nei loro confronti”.
Risposta alla seconda domanda: “L’articolo 18 del TFUE non ha a che
fare specificamente con questioni di natura fiscale. Infatti tale
articolo si limita a stabilire che nel campo di applicazione dei
trattati europei è vietata ogni discriminazione effettuata sulla base
della nazionalità. Con l’adesione ai Trattati, gli Stati membri hanno
volontariamente consentito al trasferimento a livello europeo di
competenze nazionali. Il diritto dell’Unione europea è parte integrante
dell’ordinamento giuridico dello Stato e prevale anche sulle
disposizioni di diritto interno con esso contrastanti. Per questo, nella
formazione e applicazione degli atti normativi di ciascuno Stato membro
non è possibile prescindere dalla dimensione europea”.
Risposta alla terza domanda: “Nel gennaio del 2019 la Commissione
Europea aveva iniziato una procedura di infrazione contro l’Italia
inviando al nostro Paese una lettera di costituzione in mora per aver
applicato un trattamento preferenziale in materia di imposta sulle tasse
comunali “avendo mantenuto condizioni più favorevoli riguardanti alcune
imposte comunali (Imu, Tasi, Tari) sulle abitazioni ubicate in Italia
appartenenti a pensionati italiani residenti nella UE o in Paesi membri
dello Spazio Economico Europeo” e per non avere esteso tale trattamento a
tutti pensionati residenti nelle UE di altra nazionalità e proprietari
di immobili in Italia. Siccome il trattato sul funzionamento dell’Unione
europea (TFUE) non ammette un tale trattamento discriminatorio,
direttamente basato sulla cittadinanza, l’Italia ha deciso di
conformarsi ai rilievi della Commissione europea, evitando cioè di fare
ricorso e aprire un contenzioso con le istituzioni europee, e abrogare
la norma agevolativa oggetto del contendere, e cioè l’esenzione
dall’Imu, Tasi e Tari per i cittadini italiani iscritti all’Aire e
proprietari di case in Italia.
Cosa può e deve fare a questo punto il Governo italiano se vuole
venire incontro alle giuste e pressanti richieste fatte dalle nostre
collettività all’estero in materia di imposte immobiliari? Io ritengo
che il Governo debba perlomeno ripristinare le norme agevolative a
favore dei nostri pensionati residenti all’estero e proprietari di case
in Italia, anche se il nostro obiettivo principale dovrebbe essere
quello di introdurre l’esenzione per tutti e non solo per i pensionati.
Non ho dubbi che se effettivamente esiste la volontà politica di
reintrodurre le agevolazioni, il Governo sia in grado di formulare una
normativa che rispetti il diritto europeo e che non si presti a
possibili censure della Commissione europea per non aver rispettato gli
obblighi derivanti da tale diritto.
Da parte mia non mancherò di continuare a sollecitare il Governo a
livello politico e parlamentare, come peraltro ho già fatto in diverse
occasioni con interrogazioni ed altri interventi, e suggerire le misure
da adottare. A questo proposito voglio evidenziare che il Partito
Democratico in questa congiuntura si è già attivato per trovare una
soluzione a questo problema così sentito dalle nostre collettività
all’estero”.
On. Massimo Ungaro:
Risposta alla prima domanda: “Sicuramente quanto rilevato dalla
Commissione Europea sull’esenzione IMU per i pensionati italiani
residenti all’estero – titolari di pensione estera – lascia un fronte
aperto che andrà risolto di comune accordo con le Istituzioni europee.
Come è noto il Governo è stato costretto a ripristinare questa tassa con
la “nuova Imu”, per chiudere i rilievi comunitari in vista di
un’imminente procedura d’infrazione. La Commissione Europea ha infatti
individuato il vecchio regime di esenzione come discriminante nei
confronti dei cittadini degli altri Stati membri dell’Unione Europea e
quindi in contrasto con l’articolo 18 del Trattato sul Funzionamento
dell’Unione Europea (TFUE). Per cui, a causa di questa infrazione e del
perdurante silenzio dell’Italia ai rilievi che le erano stati mossi, la
Commissione Europea – nel gennaio 2019 – ha deferito l’Italia alla Corte
di Giustizia. La Commissione europea ha così lamentato una condizione
di disparità tra i pensionati italiani e quelli di altra cittadinanza,
possessori di immobili in Italia. Anche se tutto il Gruppo di Italia
Viva si adoperato perciò a superare l’impasse proponendo di estendere
l’esenzione anche ai pensionati di origine europea per evitare questo
aggravio fiscale ai danni degli italiani pensionati all’estero. Un
impegno che il Governo Conte ha detto voler onorare accogliendo un mio
ODG che va proprio in tale direzione lo scorso 5 febbraio 2020”.
Risposta alla seconda domanda: “L’articolo 18 del Trattato sul
funzionamento dell’Unione Europea così recita: “Nel campo di
applicazione dei trattati, e senza pregiudizio delle disposizioni
particolari dagli stessi previste, è vietata ogni discriminazione
effettuata in base alla nazionalità. Il Parlamento europeo e il
Consiglio, deliberando secondo la procedura legislativa ordinaria,
possono stabilire regole volte a vietare tali discriminazioni”. Da ciò
si deduce che come la Commissione abbia ritenuto superiore il principio
costituzionale della parità di trattamento fiscale tra categorie sociali
rispetto alla sovranità nazionale in materia di imposizione fiscale. Da
qui anche la mia proposta al Governo Italiano di estendere l’esenzione
IMU a tutti i pensionati europea che però abbisogna di un’ampia capienza
di bilancio”.
Risposta alla terza domanda: “Quale discriminazione? Se un lavoratore
siciliano vive e lavora a Torino in affitto ma possiede una casa a
Palermo deve comunque pagare l’IMU su quella casa, esattamente come un
cittadino italiano che vive in Svizzera deve pagare l’IMU sulla casa che
possiede in Italia. Quindi discriminazioni tra italiani in Italia e
all’estero su questo punto non ce ne sono: per non pagare l’IMU in una
casa occorre avere il domicilio e la residenza nell’abitazione. Io sono
dell’idea che andrebbe comunque abolita l’IMU per tutti gli italiani
all’estero, per incentivarli a investire nel loro paese senza spingerli a
vendere l’immobile.
La buona notizia è che con questo Governo abbiamo ricominciato a
dedicare risorse per gli italiani all’estero: nella legge di Bilancio
2020 si è fatto quello che si è potuto e ci sono alcune misure per gli
italiani all’estero che desidero elencare. Per l’appunto al fine di
rafforzare gli interessi italiani all’estero sono state autorizzate le
seguenti spese a favore degli italiani nel mondo: 500.000 euro per
ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022 per la promozione della lingua e
cultura italiana all’estero, con particolare riferimento al sostegno
degli enti gestori di corsi di lingua e cultura italiana
all’estero;500.000 euro per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022 a
favore del Consiglio generale degli italiani all’estero e 1 milione di
euro per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022 a favore dei Comitati
degli italiani all’estero, nonché 500.000 € per i teatri di proprietà
dello Stato all’estero.
Per quanto riguarda la nuova IMU il miglior risultato sarebbe stato
ovviamente quello dell’abolizione totale per tutti gli iscritti all’AIRE
della tassa sugli immobili di proprietà. Eventualità che si scontra con
capitoli di bilancio sempre più stretti. In tutti i casi, nei prossimi
provvedimenti utili, lavorerò con il Ministro Gualtieri e tutta la
maggioranza per raggiungere questo obiettivo, forte dell’impegno del
Governo dato sancito dall’ODG da me presentato di cui ho accennato
prima.”
On. Simone Billi:
“Conosco bene le ragioni del dissenso in merito alla questione IMU per
noi italiani all’estero. Quando la Lega era al Governo ci stavo
lavorando con buone prospettive. Adesso, anche dall’opposizione, mi
impegnerò per l’esenzione IMU sulla prima casa di noi italiani
all’estero, come già previsto per gli italiani in Italia.
Invece questa nuova maggioranza formata dal PD, Italia Viva e M5S ha
addirittura deciso di far pagare l’IMU anche ai pensionati italiani
esteri!
Questo governo di sinistra è tutto tasse e manette, non farà
ripartire l’economia nel nostro Paese, anzi colpisce direttamente noi
italiani all’estero, perché offre uno scenario inqualificabile del
nostro Paese oltre confine.”
Sen. Laura Garavini:
“Anche gli italiani all’estero devono poter usufruire dell’esenzione dal
pagamento dell’Imu sull’immobile posseduto in Italia. A partire dalle
fasce più deboli, come i pensionati. Per questo, con il Governo Renzi,
avevamo abolito questa tassa a partire dal 2015, per i pensionati
residenti all‘estero.
C’è un dato, però, che ha causato il ripristino della tassa a partire
dal 2020. Questa misura, seppure legittima, così come era stata
scritta, avrebbe provocato una sanzione all’Italia da parte dell‘Europa.
Così che il Governo la ha abolita. Il nodo della questione adesso è,
quindi: individuare una formulazione tecnica della legge che permetta di
abolire nuovamente l’Imu a partire dai pensionati, senza esporre
l’Italia alla multa europea.
Al fine di raggiungere questo scopo sto seguendo la via istituzionale
e ministeriale. Ho avviato, infatti, un confronto con i vertici del
Ministero dell’Economia e delle Finanze, competenti per i rapporti
europei, proponendo loro un’ipotesi di intervento. Il dipartimento
internazionale del Mef si è impegnato a confrontarsi con le competenti
autorità europee.
Nel caso in cui, come credo, la formulazione da me prospettata passi
il vaglio dell‘Unione Europea, a quel punto serve la volontà politica
delle altre forze di Governo a ripristinare l‘esenzione Imu nel primo
provvedimento utile.
Mi auguro di potere finalmente contare sull’appoggio degli altri
gruppi di maggioranza: Pd, Leu, 5 stelle e Maie. Solo poche settimane
fa, in occasione del varo della Legge di Bilancio, a parte singoli
eletti all‘estero, come Italia Viva siamo stati l‘unica forza politica
che si è battuta per togliere l‘Imu ai pensionati all‘estero, evitando
l‘abolizione dell’esenzione.
Se ci fosse la volontà politica degli altri partiti di Governo si
potrebbe intervenire in fretta, già nella legge di Delegazione Europea,
attualmente all‘ordine del giorno delle Commissioni al Senato.
Nel frattempo, sto sensibilizzando singoli amministratori locali di
comuni con concittadini all’estero, affinché introducano l’esonero Imu
per i propri concittadini espatriati, proprietari di un immobile in
paese, attraverso una delibera di giunta comunale. Questa possibilità è
stata introdotta infatti con l‘ultima legge di bilancio.
E alcuni comuni, con Sindaci lungimiranti, consapevoli di quanto sia
utile mantenere un legame stretto con i loro connazionali, proprietari
di immobili, stanno già dando un riscontro positivo. Ad esempio in
Sicilia, a Cattolica Eraclea, dove la giunta ha già deliberato in
merito. O come a Mirabella Imbaccari, dove il consiglio comunale ha
approvato una mozione in questo senso all‘unanimità. Anche in Calabria
ed in Campania diversi Sindaci stanno mobilitandosi per fare
altrettanto, consapevoli che la reintroduzione dell‘esonero dall‘imu sia
qualcosa di molto positivo per lo stesso territorio, prima ancora che
per i diretti interessati.”
Indipendentemente da tutto ciò, il risultato, attualmente è che le
conseguenze di questa decisione gravano sui cittadini italiani residenti
all’estero che hanno sempre di più la sensazione di essere considerati
dal proprio Paese solo per “far cassa”, per così dire da parte di
istituzioni miopi e spesso mal organizzate.
Esporre l’Italia ad una procedura di infrazione da parte dell’Europa,
significa ogni volta un esborso di denaro pubblico che poi si pretende
di recuperare dai soliti noti. Ci sembra un sistema iniquo e malsano.
Uno spreco annunciato (ricordiamo che nel 2013, dunque l’anno precedente
al varo della legge di esenzione dal pagamento dell’IMU da parte dei
pensionati iscritti all’AIRE, la Commissione Europea si era già espressa
esattamente sul punto parlando di potenziale infrazione dell’Italia),
anche questa volta, la cui soluzione è quella di far pagare di nuovo le
imposte anche ai pensionati all’estero.
Le imposte vanno pagate, su questo non c’è alcun dubbio, ma quando
queste diventano troppo pesanti, ingiustificate, inique ed anche mal
gestite, ecco allora che ai cittadini, che siano in Italia o all’estero,
diventa gravoso pagare il dovuto e si allontanano dalla politica non
ritenendo di potersi fidare né affidare a chi espone il Paese a spese
sicure che potrebbero essere evitate con il buonsenso, che continua ad
aumentare le imposte e gli oneri e che non dà tutti i servizi necessari
ad una società civile. Una gestione del denaro pubblico che francamente
non ci piace.
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