Pensieri di fine anno degli studenti "Insegnateci a diventare adulti"
Ecco alcune riflessioni di fine anno degli studenti quindicenni di una classe seconda.
“Crediamo che la relazione con i professori debba essere di grande
fiducia e rispetto per poter instaurare un clima consono alla didattica e
alla formazione degli studenti. Spesso però questo rapporto non è
semplice da creare. Molto importanti sono il dialogo e la disponibilità
reciproca; la colpa non è mai solo dei professori o solo degli studenti.
Allo stesso tempo, crediamo che ci sia bisogno di un maggiore
coinvolgimento didattico ma anche emotivo dei ragazzi durante le
lezioni. Lasciare che per qualche ora i ruoli si invertano, permettendo
così una partecipazione equa di entrambe le parti, potrebbe risultare
stimolante e aiutare a comprendere al meglio i concetti anche per i
ragazzi con più difficoltà.
Potrebbe risultare un problema l’uso improprio dei voti come punizioni a
comportamenti sbagliati. Sappiamo che questo può essere un modo
efficace per far fronte a un’azione sbagliata ma, allo stesso tempo, ci
sembra scorretto mettere a confronto due ambiti molto diversi quali le
valutazioni didattiche e il comportamento individuale. Inoltre, al fine
di ottenere metodi di valutazione per quanto possibile simili,
proponiamo che si possano conoscere e confrontare le varie modalità di
ogni docente, spesso molto diverse fra loro e, qualche volta, non molto
adeguate secondo alcuni ragazzi.
Noi poi pensiamo che la scuola non sia solo un luogo dove imparare
formule matematiche o date storiche, bensì un percorso di formazione
alla responsabilità e alla maturità individuale. È fondamentale
insegnare allo studente a diventare adulto, a scegliere autonomamente, a
pensare con la propria testa, a essere un cittadino consapevole. Molti
ragazzi della nostra età, che fra pochi anni potranno votare, non sono
abbastanza informati su tematiche attuali: ciò li rende privi di un
pensiero critico maturo per intraprendere delle scelte senza farsi
influenzare dalle parole e dalle immagini che ci bombardano ogni
giorno.”
A settembre la scuola non potrà ricominciare come prima. Forse potremmo
ripartire dai ragazzi. Dalle loro idee, dai loro desideri, dai loro
bisogni. Perché la scuola che non mette al centro gli studenti non è
scuola.
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