Draghi al G7: “Il quadro politico in Italia può cambiare, le alleanze fondamentali no”
Il premier ha definito la Cina “un’autocrazia che non aderisce alle regole”
Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha dichiarato che il bilaterale di ieri con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, è stato un “rivedersi”. “L’incontro con Biden è andato molto bene, c’è ampia disponibilità a continuare a lavorare insieme”, ha detto Draghi parlando in conferenza stampa durante il G7 di Carbis Bay, nel Regno Unito. L’incontro è stato ”la riaffermazione di un rapporto antico, che andava richiamato, perché come ho detto il quadro politico in Italia può cambiare ma le alleanze fondamentali no”. Il premier ha aggiunto che con Biden “abbiamo parlato di varie parti del mondo dove il ruolo che gli Usa hanno all’interno delle Nazioni Unite può aiutarci ad operare, soprattutto in Nord Africa. E’ stato un rivedersi, un piacevole rientro”. Il summit del G7 ha avuto una linea fondamentalmente positiva ma realistica, ha detto il presidente del Consiglio. Draghi ha osservato che è stato il primo summit del G7 con il presidente statunitense Joe Biden e l’ultimo con la cancelliera tedesca Angela Merkel. E’ stato, nella ricostruzione di Draghi, un vertice iniziato con i temi economici, per cui si può parlare di una situazione positiva anche se permangono dei rischi. Il significato di questo summit del G7 – ha detto Draghi – è stata la ricostruzione delle tradizionali alleanze da parte degli Usa.
Draghi: “Rapporto con la Cina basato sulla franchezza”
In riferimento alla Cina, uno dei dossier principali del vertice, il premier ha affermato che l’approccio verso Pechino deve essere fondato su tre elementi: cooperazione, competizione ed “essere franchi”. Secondo Draghi, il tema centrale del summit sulla politica estera è stato “quale atteggiamento debbano avere i Paesi del G7 nei confronti della Cina”. Più in generale, ha osservato, quale approccio avere nei confronti di quei Paesi che usano la disinformazione, “fermano gli aerei in volo”, rapiscono, uccidono e violano diritti umani, ovvero nei confronti delle “autocrazie” che non condividono la stessa visione del mondo dei Paesi del G7. Secondo Draghi, nei confronti di Pechino è necessario essere consapevoli che bisogna cooperare, ad esempio se pensiamo che la Cina è responsabile per il 30 per cento delle emissioni inquinanti a livello mondiale. Altro elemento dell’approccio da avere con la Cina, secondo il premier, riguarda la competizione con l’economia di Pechino. “Nessuno disputa il fatto che la Cina abbia il diritto di essere una grande economia”, ha detto Draghi, secondo cui tuttavia “in discussione sono i modi”, in quanto si tratta di “un’autocrazia che non aderisce alle regole” e che “non condivide la stessa visione del mondo”. Come ultimo elemento, secondo Draghi, bisogna “essere franchi” nei confronti della Cina in quanto come affermato dal presidente Usa Joe Biden “il silenzio è complicità”.
La Libia al centro del colloquio con Biden
Quanto alla Libia, Draghi ha rimarcato la necessità che i mercenari stranieri lascino il Paese per fare in modo che si proceda verso la ricostruzione. “La Libia è stato un tema di discussione con Biden. Ho detto che noi siamo stati molto attivi con la Libia in questo periodo, c’è grande voglia da parte libica di collaborare e grande attesa da parte delle imprese italiane”, ha detto Draghi. Molti progetti, però, per essere realizzati “necessitano che ci sia sicurezza” e la prima necessità che la Libia ha “è quella di attuare cessate il fuoco”. Questo, ha proseguito Draghi, “significa che i militari, combattenti mercenari di altri Paesi, vadano via dalla Libia: questa è la strada per cui la Libia può tornare a cercare di iniziare la ricostruzione del paese”, ha detto il premier. Nel corso del suo intervento, Draghi ha fatto riferimento ai rapporti con Ankara. La “Turchia deve e vuole rimanere un partner affidabile nella Nato”, ha detto il presidente del Consiglio. “Queste voci che la vorrebbero fuori non hanno fondamento”, ha aggiunto Draghi, sottolineando che il ruolo della Turchia all’interno dell’Alleanza atlantica è “importantissimo”
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