Abolire i servizi segreti
I servizi segreti servono solo a fare il lavoro sporco della politica. Ma la politica ha davvero bisogno di un lavoro sporco?
Mi sembra improbabile che il senatore Lamberto Dini possa far mancare il suo voto di fiducia al Governo Prodi se abolirà lo "scalone", per la semplice ragione che il Governo, per vincoli di bilancio, non potrà proporne la eliminazione che Dini paventa. Né mi sembra probabile che i parlamentari di Rifondazione Comunista possano negare la loro fiducia al Governo Prodi per l’opposta ragione che non proporrà la pura e semplice revoca dello "scalone", e ciò per l’ovvio motivo che una crisi di governo provocata da tale voto di sfiducia avrebbe come prima immediata conseguenza di lasciare in vigore la legge Maroni che appunto prevede lo "scalone", e come esito ulteriore la possibilità di elezioni anticipate con il rischio del ritorno di Berlusconi. Evento, quest’ultimo, suppongo non desiderabile nemmeno per Rifondazione Comunista. E ciò non solo per le ben note più volte ricordate ragioni. Ma ancor più per ciò che è emerso in questi ultimi tempi su un aspetto fino ad oggi non ancora adeguatamente esplorato della nostra vita pubblica.
Sono venuti alla luce fatti che rivelano una particolare e perversa attitudine di Silvio Berlusconi a eccitare tendenze eversive in persone che ricoprono delicati e importanti ruoli all’interno dello Stato. Gli apparati addetti alla sicurezza pubblica, per definizione, devono essere neutri rispetto al confronto politico e soprattutto rigorosamente ligi alle leggi. E invece abbiamo visto che il suo carisma ha l’efficacia di sviluppare le inclinazioni peggiori insite nell’inconscio delle persone comunque annidate nei ranghi dei pubblici servizi.
E’ cominciato subito dopo il suo avvento, nell’estate del 2001, a Genova, in occasione delle manifestazioni contro il G8. Già si sapeva molto di quel che in quei giorni le forze dell’ordine avevano fatto. Ora abbiamo sentito alcune intercettazioni di telefonate o dialoghi intervenuti fra quei poliziotti che fanno rabbrividire. Un poliziotto, per la precisione una poliziotta, commentando la morte di Giuliani è giunta a dire: "Che muoiano tutti, per adesso siamo uno a zero". Lo ha detto ridendo. E’ un eccesso folle che va addebitato solo a colei che ha pronunciato tali parole, ma è indicativo di un clima emotivo che trae origine dal contesto politico – culturale in quel momento dominante.
Un caso in cui la fedeltà che "i servitori dello Stato" dovrebbero nutrire rigorosamente nei confronti dell’ordine costituzionale è stata invece orientata verso il personaggio del momento, ancora Silvio Berlusconi, è stato quello del generale Speciale, comandante della Guardia di Finanza. Anche costui non ha nascosto la sua personale dedizione al capo della destra, e si è prestato a far esplodere un conflitto con il vice ministro Visco per giovare la parte del suo protettore offrendogli il pretesto di un inconsistente scandalo.
E infine la denuncia che il Consiglio Superiore della Magistratura ha mosso nei confronti del Sismi, il servizio segreto militare, per l’attività di spionaggio compiuta, dal 2001 al 2006, nei confronti di magistrati, giornalisti e politici ritenuti invisi a colui che era in quel tempo capo del Governo, appunto Silvio Berlusconi. Si noti che il documento del C.S.M. è stato votato all’unanimità, cioè con ilconsenso anche dei membri designati dalla destra. Deve dunque essere stato redatto sulla base di prove inconfutabili.
Vero è che non è la prima volta che i nostri servizi segreti deviano dalle loro funzioni istituzionali. Però il quadro che emerge in questi ultimi tempi, dalle bravate di Pio Pompa, cagnolino fedele di Berlusconi, ai servizi remunerati di Renato Farina detto Betulla, vice direttore di un quotidiano di destra, è particolarmente allarmante. Se al populismo televisivo si accompagna l’uso deviato dei poteri dello Stato è evidente che la democrazia non può reggere.
L’allarme è grande. Si discute se fare una commissione di inchiesta parlamentare sul caso. Si discuterà se riformare i servizi segreti. Credo che tutto ciò sia inutile.
La verità è che i servizi segreti non hanno alcun fondamento nell’ordine costituzionale. Si giustificano con la "ragione di Stato", arcano fantasma che nasconde di tutto.
La verità è che i servizi segreti servono solo a fare il lavoro sporco della politica. Ma la politica ha davvero bisogno di un lavoro sporco? Abbiamo davvero bisogno dei servizi segreti? O non è forse vero che l’unica loro riforma possibile e legittima è quella di sopprimerli?
Nessun commento:
Posta un commento