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“CI DIMETTIAMO PER LE PRESSIONI POLITICHE SUI VACCINI”, TERREMOTO TRA I VERTICI DELLA FDA
Mai come in questo periodo storico le agenzie di regolamentazione dei farmaci hanno assunto un ruolo così importante. La salute di miliardi di persone dipende infatti dalle valutazioni che queste agenzie fanno in merito ai vaccini anti Covid prodotti dalle multinazionali.
Il rischio è che agenzie come FDA, EMA e AIFA possano essere soggette al ricatto della politica e delle aziende farmaceutiche e cadere così in pesanti conflitti di interesse.
Le improvvise dimissioni nella FDA
Un segnale che ci possa essere qualcosa di marcio nel meccanismo di approvazione dei vaccini anti Covid è arrivato ora dagli Stati Uniti, in particolare dalla Food and Drug Administration. Due tra i più importanti membri della FDA che lavoravano nell’ambito dell’approvazione dei vaccini hanno infatti rassegnato le dimissioni.
Si tratta di Marion Gruber, Direttrice dell’Ufficio di ricerca e revisione sui vaccini, con un’esperienza di 32 anni all’interno dell’agenzia, che lascerà il suo posto ad ottobre. L’altro è Phil Krause, vicedirettore dello stesso ufficio, con una carriera di dieci anni all’interno dell’FDA. Anche lui lascerà il posto entro questo autunno. Qual è il motivo dietro a questo terremoto all’interno dell’agenzia americana?
Secondo i media statunitensi la motivazione sarebbe legata alle pressioni politiche subite per velocizzare l’approvazione dei vaccini anti Covid e in questo caso particolare della terza dose.
Nessuno ha autorizzato la terza dose
In pratica da diverse settimane le autorità politiche americane, così come quelle europee ed italiane, stanno infatti dando già per scontata l’imminente approvazione per la terza dose, preannunciando anche una sua prossima somministrazione alla popolazione.
Già a metà agosto infatti il Presidente americano Joe Biden aveva fatto un annuncio alla nazione sostenendo che i richiami sarebbero stati pronti già dal 20 settembre e un rappresentante della Casa Bianca, Jeff Zients, aveva addirittura detto che tale previsione aveva ricevuto la benedizione della stessa FDA.
Niente di tutto questo invece risulta essere vero. Perché sia la FDA, che l’EMA non hanno ancora completato l’iter di revisione che potrebbe portare ad una successiva autorizzazione.
Prudenza che è stata condivisa anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha definito la terza dose come “non urgente”.
La controversa approvazione del vaccino Pfizer
Alla luce di questo scenario fatto di pressioni politiche la decisione di dimettersi da parte dei due funzionari della FDA non è di certo rassicurante. Si sono dimessi perché non più in grado di tutelare l’indipendenza dell’agenzia dalle pressioni esterne?
Potrebbe poi non essere un caso che la scelta di lasciare l’agenzia arrivi dopo la controversa e ancora non del tutto chiarita approvazione fatta rispetto al vaccino prodotto dalla Pfizer Biontech. La stessa FDA ha infatti specificato che l’autorizzazione in via emergenziale rimane valida per tutte le dosi prodotte prima dell’approvazione ancora in commercio, specificando che le nuove dosi, quelle approvate, non sono sufficienti per una copertura della popolazione.
Contraddizioni che non dovrebbero far parte di un preciso e meticoloso lavoro di approvazione, ma che sembrano più il risultato di una combinata pressione tra politica e multinazionali del farmaco.
I conflitti di interesse con le aziende del farmaco
A questi episodi non si possono non sommare gli irrisolti conflitti di interesse che animano la storia di agenzie come la FDA e l’EMA. Alcuni media americani avevano infatti riportato come dei consulenti dell’agenzia di regolazione del farmaco americana, decisivi nel processo di approvazione dei medicinali, venissero poi successivamente riempiti di regali da parte delle multinazionali.
In un caso era stata la stessa Astrazeneca a dare rispettivamente 200.000 e 11.000 dollari a due di questi consulenti. Vi avevamo poi dato già conto dell’ambiguo curriculum della direttrice dell’EMA, Emer Cooke, che per cinque anni aveva lavorato per il principale consorzio lobbistico europeo delle multinazionali farmaceutiche, che comprendeva al suo interno diverse sigle oggi impegnate nella produzione dei vaccini anti Covid.
Chi oggi decide di fidarsi della scienza lo fa spesso inconsapevole dell’esistenza di questi giochi di potere, fatti sulle spalle della salute dei cittadini, con l’unico obiettivo di incassare più soldi e mantenere un maggiore controllo sulla popolazione.
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Dal primo aprile 2021 ad oggi abbiamo speso oltre mezzo milione di euro. Le spese più grosse sono state quelle per acquistare il canale TV sul digitale terrestre: 150mila euro più qualche decina di migliaia di euro in burocrazia e spese legali. Poi ci sono quasi 90mila euro di spese di trasmissione, tra maggio e l’anticipo di giugno (sono 50mila euro al mese per illuminare tutte le case d’Italia). Il resto sono stipendi, tasse e contributi, consulenze legali, attrezzature, anticipi per la nuova sede, per le scenografie, i cablaggi… È tanto? Nelle televisioni che vogliamo sfidare, con mezzo milione ci fanno mezza puntata di uno spettacolo serale. Le trimestrali Mediaset relative a gennaio, febbraio, marzo 2021 parlano di 115 milioni di euro soltanto di spese per il personale. Riuscite ad immaginare quanto Davide si stia dando da fare per sfidare Golia? Uscirà a breve il bilancio del 2020, e poi faremo il provvisorio del 2021.
Adesso, se non vogliamo spegnere i ripetitori abbiamo bisogno ancora di una mano. Con un piccolo contributo a testa, tutti quanti, non ci sono problemi, ma per qualcuno anche quel poco può essere tanto. Così, per sostenere la tv dei cittadini ci stiamo impegnando a fondo per trovare piccole medie imprese, etiche e coerenti con il nostro messaggio, che abbiano voglia di acquistare spazi pubblicitari. E quando ci riusciremo, il nostro sogno è quello di devolvere le donazioni a tutti quei blogger indipendenti che fanno un’informazione coraggiosa e che ne hanno bisogno per continuare a farla.
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