Di Maio, è il momento di rendere omogenei salari in Europa
L'intervento al webinar organizzato dall'Ufficio in Italia del Parlamento europeo
ROMA - Non "è più procrastinabile un intervento a livello europeo che renda omogenee le condizioni del salario minimo in tutta l'Unione". Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio intervenendo all'evento 'Direttiva relativa a salari minimi adeguati nell'Unione europea' organizzato dall'Ufficio in Italia del Parlamento europeo, in collaborazione con la Rappresentanza della Commissione europea in Italia.
"Ciò non significa che i salari debbano parificarsi nei 27 Paesi Membri, ma parametrarsi su soglie minime calcolate sulla base del livello di povertà in ciascuno di essi", ha precisato il titolare della Farnesina. "Per questo, sono molto soddisfatto che sia in corso di negoziato una proposta di direttiva quadro sui salari minimi adeguati in Europa", ha detto.
"Creare e mantenere posti di lavoro adeguatamente remunerati in Italia è la nostra stella polare. Lo considero un obiettivo di giustizia e di equità, in linea con i valori fondamentali dell'Unione Europea", ha aggiunto.
"Per realizzarlo - ha sottolineato il titolare della Farnesina - ritengo altrettanto essenziale mettere l'istruzione e le competenze al centro della nostra azione politica. Le transizioni gemelle porteranno, infatti, enormi opportunità per i cittadini italiani ed europei, ma anche nuove sfide. Richiederanno maggiori investimenti in istruzione, formazione professionale e riqualificazione, in modo da stimolare afflussi occupazionali verso settori dove è in crescita la domanda di manodopera".
"Siamo naturalmente ben consapevoli che la fase di ripresa dalla pandemia sarà complessa e graduale, ma resta necessario 'rovesciare il fronte' e giocare in attacco, passando dalla sola protezione dei posti di lavoro esistenti, alla creazione di nuova occupazione, con migliori condizioni di impiego", ha detto Di Maio assicurando che "l'Italia continuerà a impegnarsi per ridurre le disuguaglianze, combattere l'esclusione sociale e la povertà, soprattutto quella infantile, e proteggere i gruppi sociali particolarmente vulnerabili, come i disoccupati di lunga durata, gli anziani, le persone con disabilità e i senzatetto".
"La scelta dell'Ue di introdurre una direttiva sul salario minimo europeo, per il Movimento 5 stelle segna un radicale cambiamento delle politiche dell'Unione e per questo rappresenta una priorità strategica", ha detto la presidente della commissione Lavoro del Senato, Susy Matrisciano (M5s).
"E' misura di giustizia sociale, che può arginare gli effetti recessivi innescati dalla crisi globale in atto, aumentando il potere d'acquisto dei lavoratori. Ed è per questo- ha detto - che il M5S, parallelamente all'iter avviato dalla Commissione Ue, ha depositato una nuova proposta di legge sul salario minimo che 'aggiorna' e punta a introdurre una soglia minima di dignità salariale inderogabile per spingere verso l'alto i salari".
"Il nuovo ddl, di cui sono seconda firmataria - ha osservato Matrisciano -, valorizza i contratti collettivi nazionali cosiddetti 'leader', definisce i criteri per individuare il grado di rappresentatività delle organizzazioni sindacali e datoriali, introduce una sorta di test di 'dignità' salariale, pari a 9 euro, in linea con i parametri di adeguatezza indicati dalla proposta di direttiva europea, e, tra le altre cose, prevede agevolazioni per le aziende, come la detassazione della parte di salario aggiuntivo dovuto al rinnovo contrattuale o all'applicazione del salario minimo, e il rafforzamento delle attività di vigilanza per verificare l'effettiva l'applicazione dei ccnl e dei trattamenti minimi retributivi".
"In Italia - ha ricordato - oltre 2,5 mln di lavoratori percepiscono un salario orario inferiore agli 8 euro, cifra che in alcuni comparti precipita a quota 4,60 euro all'ora, mentre secondo il Censis, nel 2050, circa 5,7 mln di giovani avranno pensioni sotto la soglia di povertà". "La condizione socio-economica dell'Italia post pandemia, senza adeguati interventi, rischia di peggiorare, intervenire con una legge sul salario minimo potrebbe contribuire a invertire la rotta per tutelare le nuove generazioni", ha concluso Matrisciano.
In questi mesi è entrata nel vivo in Europa la discussione sulla direttiva comunitaria che punta a introdurre lo strumento del salario minimo in tutti gli Stati membri. La norma, proposta dalla Commissione europea il 28 ottobre scorso e ora all'esame del Parlamento, punta, tra le varie cose, a garantire che i salari minimi siano sempre fissati al di sopra della soglia di povertà. Un dibattito che interessa da vicino anche l'Italia, uno dei 6 Paesi Ue in cui questo sistema di protezione è fornito esclusivamente dai contratti collettivi.
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