Processi sempre più lunghi. La giustizia italiana è fra le peggiori in Europa. L’indipendenza dei magistrati? Un bluff
Secondo il rapporto annuale sulla giustizia della commissione Ue, l’Italia ha allungato i tempi per risolvere le cause civili. Ma per i tribunali un cittadino italiano spende più di un francese
Il sistema giudiziario italiano, almeno per quanto riguarda i processi civili, è il peggiore d’Europa. Lo conferma il rapporto annuale sui sistemi giudiziari dei paesi Ue, reso noto ieri dalla commissione Europea. Con le sue 4 milioni di cause civili pendenti, per una media di circa 5,5 ogni 100 abitanti (grafico sotto), l’Italia è il paese d’Europa che ha più processi in attesa di sentenza.
Numero di processi ogni 100 abitanti
I dati che mostrano le pessime condizioni del sistema giudiziario italiano ripresi dal “Quadro di valutazione 2014” sono stati raccolti dalla commissione Ue e si riferiscono agli anni 2010 e 2012. Stando ai numeri resi noti dal commissario della Giustizia dell’Ue, Viviane Reding, i magistrati italiani dovrebbero impegnarsi molto di più per risolvere la situazione. Come dimostra il grafico sotto, rispetto all’ultimo rilevamento nel 2010, l’Italia ha peggiorato la sua performance anche nella lunghezza dei processi (passando da 500 a 600 giorni in media di attesa per una sentenza di primo grado).
Giorni di attesa per una sentenza di primo grado
Davanti a questi dati si potrebbe pensare che l’Italia spenda poco per il sistema giudiziario. Ma è falso. Ogni cittadino italiano spende all’incirca 90 euro all’anno per il funzionamento dei tribunali, cioè più di un cittadino francese e poco meno di un tedesco, nonostante la pessima situazione del sistema giudiziario (grafico sotto).
Spesa media in euro dei tribunali per ogni abitante
A sorprendere dei dati pubblicati dalla commissione Europea è la percezione dell’indipendenza dei magistrati in Italia. Nonostante le garanzie di autonomia che la Costituzione “più bella del mondo” affida ai magistrati italiani, le toghe del belpaese sono ritenute meno indipendenti di quanto si percepisce nel Regno Unito, in Germania e addirittura in Francia (dove i pubblici ministeri non sono autonomi come in Italia ma dipendono dal ministro degli Giustizia).
Indice di percezione dell’indipendenza dei magistrati
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