Covid, per italiani all’estero un doppio isolamento
A poche ore dalla scadenza dell’ordinanza anti Covid del Ministero della Salute che impone i cinque giorni di quarantena a chiunque abbia soggiornato praticamente in tutta Europa, milioni di italiani residenti all’estero – non turisti – non sanno ancora se potranno riabbracciare figli, genitori, compagne e compagni. L’ordinanza, che sui media italiani è stata sbandierata come strumento di equità mirante a dissuadere coloro che volevano partire per una Pasqua alle Baleari, in realtà ha colpito in maniera netta una categoria di espatriati che non aspettavano che un lungo weekend per ricongiungersi con gli affetti più prossimi.
Al momento, questa situazione sta mettendo in crisi molti rapporti familiari e il suo prorogarsi potrebbe avere impatti profondi a vari livelli, dall’impatto sulla salute mentale di milioni, all’induzione alla violazione delle norme data la penalizzante quarantena che di fatto impedisce una qualsivoglia visita ai propri cari.
Molti paesi in Europa, ad esempio la Germania, hanno creato dei meccanismi per permettere appunto il ricongiungimento familiare, cercando di ammorbidire il colossale disagio la pandemia ha creato su famiglie divise pur mantenendo dei capisaldi ben chiari sulle misure restrittive.
Dal punto di vista di un italiano all’estero che nella salute pubblica ci lavora, e che quindi è assolutamente sensibile alla necessità di cautela, attenzione e rischio calcolato, questo provvedimento ha creato una evidente disparità tra italiani – cosa sulla quale vari gruppi di concittadini all’estero si sono già espressi sui social, come ad esempio in Svizzera qui o qui.
I cittadini italiani residenti in Italia hanno infatti sempre diritto di tornare, non solo alla propria residenza, ma anche al proprio domicilio o abitazione e quindi viaggiare tra regioni con differenti colori. Inoltre, cittadini italiani che sono genitori separati o divorziati, sono esentati da ogni restrizione riguardante gli spostamenti, come specificato nelle FAQ del Governo. Contrariamente, i cittadini – va detto ancora, italiani – residenti all’estero che rientrano in Italia dai propri affetti prossimi sono sottoposti a obbligo di tampone, una quarantena di 5 giorni e un ulteriore tampone al termine dei cinque giorni. Le uniche eccezioni sono fatte per motivi che non prevedono il ricongiungimento familiare. La disparità di cui sopra è accentuata dal fatto che, paradossalmente, una norma fatta per tutelare la salute, rischia di provocare un impatto profondo sulla salute mentale di milioni di bambini, anziani, donne e uomini. L’impatto è ancora maggiore se si considerano le categorie più vulnerabili, come i bambini, privati dell’affetto di un proprio genitore, e gli anziani privati della possibilità di rivedere i propri cari. Soprattutto in quest’ultimo caso, va ricordato il ruolo chiave che molti italiani emigrati assumono come caregiver a distanza dei propri genitori rimasti, spesso soli, in Italia.
L’italiano all’estero è storicamente un concittadino di serie B, molto utile ogni qualvolta vi sono le elezioni politiche nazionali o quelle comunitarie e poi abbandonato a sé stesso in un vuoto anodino che solo poche volte viene riempito grazie ad attività culturali e consolari.
L’emigrazione è fattrice di PIL per il bilancio dello stato – risparmi di ritorno, acquisti immobiliari, export di beni made in Italy e promozione degli stessi, soggiorni in Italia e turnover delle imprese operanti all’estero. L’emigrazione è anche esportazione di uno stile di vita, una piattaforma importante per il soft power, una dimostrazione dell’eccellenza italiana in moltissimi settori, dalla ristorazione alla burocrazia europea, al management aziendale e all’arte. Essa è anche una chimera che disgrega dapprima identità e poi famiglie. Come tale va rispettata dal legislatore, anche in tempi straordinari come questi che stiamo vivendo. Ricongiungersi con affetti prossimi è un diritto e un dovere che deve essere tutelato anche per coloro che abitano oltre confine.
*Mario Ottiglio, Managing Director High Lantern Group, Ginevra/New York
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