L’Italia è. Assemblea Costituente: la rinascita di un popolo
La mostra
Realizzata dalla Fondazione con la Fondazione De Gasperi e il
patrocinio di Acri, la mostra si rivolge in primis alle scuole e vede la
collaborazione degli studenti del “Laboratorio di relazioni,
organizzazione e comunicazione” dell’Università di Udine - Centro
Polifunzionale di Gorizia, impegnati nell’organizzazione e gestione
delle visite guidate.
Se l’Italia è concepita nelle urne elettorali del 1946, è nel 1948 con
la chiusura dei lavori dell’Assemblea Costituente che nasce. Proprio
perché questa non è stata solamente un organo tecnico-istituzionale, ma
soprattutto uno spazio di gestazione che raccoglie la vita e le urgenze
del popolo italiano.
Il titolo ritma il percorso delle quattro sezioni. Si parte da
“L’Italia è distrutta”, che racconta le macerie materiali, morali e
istituzionali del dopoguerra, per passare a “L’Italia è amata”, sui
tavoli di lavoro che hanno portato alla Costituzione, mettendo al centro
i Padri costituenti e il loro dialogo teso e carico di ideali.
Ma basta questo straordinario esempio del passato per ricostruire il
nostro presente? Pare non essere così: oggi, nel bel mezzo di un
cambiamento d’epoca, sembriamo aver perso quell’esperienza umana
prepolitica che caratterizzava i nostri padri.
Da qui il senso della provocazione delle ulteriori sezioni che i
curatori Lorenzo Ornaghi e Francesco Bonini hanno concepito per
concludere il percorso, a partire dalla terza sezione, un unico muro
soffocante, che blocca il cammino con una sola, gigantesca
scritta: “L’Italia è impossibile”. Eppure, quel muro è crivellato di
tante piccole domande che ci trascinano e ci portano fuori.
La conclusiva sezione titola, infatti, “L’Italia è viva”, un punto di
ripartenza che esplora elementi positivi di fronte alle sfide del tempo
presente. Esempi semplici, persino minimi, che ci aprono la strada per
riconquistare il cuore perduto: ripartire dalla vita che c’è, anche per
fare una buona politica.
L'inaugurazione
«L’intento del percorso “Diritti” è di focalizzare l’attenzione su argomenti quali la cittadinanza attiva, il rispetto dei principi fondanti la Costituzione e il senso di appartenenza ad una comunità, e sul dovere di riconoscere e rispettare tali diritti: perché senza il diritto dell’altro non esiste nemmeno il proprio», spiega la Presidente Demartin. «Prioritaria in questo senso è la valorizzazione del potenziale delle future generazioni, attraverso la creazione di condizioni e opportunità che consentano loro di esprimere appieno le loro potenzialità, riconoscendo in questo modo, attraverso adeguati percorsi formativi, il protagonismo che spetta loro di diritto».
«Questa mostra è un’occasione per ricordare a tutti noi e alle giovani generazioni una pagina fondamentale della nostra storia nazionale, che ancora ispira e dà forma al nostro vivere civile», sottolinea il Presidente Acri Francesco Profumo. «L’Assemblea Costituente fu una straordinaria esperienza di dialogo e di incontro tra culture politiche diverse: la Costituzione italiana non smette di essere attuale anche ai giorni nostri, perché già oltre settant’anni fa intravedeva che l’insieme delle forme di associazionismo, volontariato, Terzo settore, economia civile, cura collettiva del bene comune sono pratiche quotidiane che alimentano la crescita di comunità aperte, accoglienti e solidali. Esse costituiscono un patrimonio prezioso che i giovani sono chiamati a scoprire e praticare, sempre più in una dimensione europea».
Si è scelto di raccontare la straordinaria impresa dell’Assemblea in modo innovativo e contemporaneo, mettendo in scena i gruppi di lavoro dei Padri Costituenti come se fossero una chat di WhatsApp. Si narra, così, il coraggio di un dialogo che si è aperto all'incontro – spesso al limite dello scontro, ma sempre nel rispetto dell'altro – e che ancora oggi è qualcosa di prezioso per il nostro presente, drammatico ed esaltante come allora.
Per il Presidente Angelino Alfano «esporre la mostra sull’assemblea costituente a Gorizia ha molti significati, innanzitutto per lo speciale rapporto che ha legato De Gasperi a questa terra di confine e per l’impulso che egli diede come capo del governo affinché facesse parte a pieno titolo del territorio italiano». «A 70 anni dall’entrata in vigore della Costituzione l’esperienza dei padri costituenti è ancora attuale e ci indica il metodo di quella buona politica che è in grado di servire il bene comune a partire dagli ideali, a volte anche contrapposti, che animano il cuore degli uomini. Per questo essere qui a Gorizia è un ritorno alle nostre radici e consegna, soprattutto ai giovani che visiteranno la mostra, il compito di essere i protagonisti di una nuova fase costituente, se non dal punto di vista formale, certamente da quello sostanziale di un impegno concreto a rigenerare il nostro tessuto sociale e politico»
Fotogallery
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