Un’Assemblea Costituente? I tempi sono maturi. Il commento di Celotto
I tempi sono maturi per un’Assemblea Costituente? Probabilmente sì e sicuramente sono maturi per un’assemblea di tipo politico. Cioè riunire una serie di tecnici e di politici di alto livello che stabiliscono almeno quattro-cinque regole che valgano per tutto.
La legge elettorale, la forma di governo, una eventuale riforma costituzionale, per esempio sul presidenzialismo e sul bicameralismo. Una sorta di cabina di regia che abbia una idea condivisa. D’altra parte le riforme devono essere di tutti. Tale concetto ce lo insegna l’articolo 138 della Costituzione, che consente la modifica alla Costituzione ma la permette al Parlamento solo con una maggioranza molto alta, ovvero dei due terzi degli aventi diritto in entrambe le Camere. Proprio perché la Costituzione è di tutti.
Se tutti i partiti quindi si mettono d’accordo in ampia maggioranza, puoi modificare la Costituzione, altrimenti bisogna ricorrere al popolo con referendum integrativo. Ecco quindi l’utilità della Costituente politica. Ma si può anche pensare a una Costituente giuridica, cioè un’assemblea che vada a scrivere una nuova Carta costituzionale come nel 1946-1947 perché la Costituzione è figlia dei tempi.
Se noi scorriamo la nostra Costituzione del ’46 è chiaramente contrassegnata da quella che è stata la storia: dalla fine di una dittatura, da leggi razziali, da un popolo per gran parte formato da analfabeti che avevano bisogno di sviluppo socio-economico e politico. Quindi una Costituzione infarcita anche di garanzie di contrappesi per la paura di accentrare troppo il potere in un solo organo. Una Costituzione che ha funzionato e che funziona, ma che tuttavia mostra i segni del tempo.
Per esempio, prendiamo i diritti. L’articolo 21, articolo che riguarda la libertà di stampa, parla soltanto di manifestazioni del pensiero e stampa, senza considerare radio, televisione, internet e così via. Perché comunque nel 1946 c’era solo la stampa. Allora è il momento forse di mettere mano anche a una Assemblea Costituente giuridica. Che scriva la Costituzione della Seconda Repubblica. Perché in quel caso sarebbe davvero la Seconda Repubblica. Una Repubblica probabilmente più funzionale e sicuramente più attualizzata.
Istituire una Costituente politica o giuridica è pertanto una proposta seria e mi sembra il momento giusto per realizzarla, anche perché in questo modo si potrebbe uscire dalle secche dei governi che negli ultimi anni hanno sempre fatto fatica a durare e che difficilmente hanno portato avanti il loro programma. Forse la Repubblica parlamentare scritta dai costituenti ha fatto il suo tempo.
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