Officina 22
Dimissioni immediate. A chiederle al sindaco è «Officina 22»
Il vaso è colmo, troppe omissioni, bugie, ritardi»
Dimissioni immediate. È quello che chiedono i partiti e i movimenti di opposizione presenti sia in consiglio comunale che nel mondo politico giovinazzese che si riconosce in «Officina 22» il neonato movimento che raccoglie il Partito Democratico, Primavera Alternativa, Articolo 1, Sinistra Italiana e La Nostra Città Giovinazzo.
A doversi dimettere, come chiedono, è il sindaco Tommaso
Depalma e tutta la sua amministrazione, rea, come si legge in un posto a
firma congiunta, «di una sequela infinita di ritardi, omissioni,
cattiva gestione, bugie». Il riferimento è alla vicenda che vede il
dirigente del terzo settore, al suo operato negli ultimi tre mesi, da
quando cioè è formalmente in pensione, anche se ha continuato a operare
«a titolo gratuito» come ha sempre sostenuto Depalma. «Solitamente è
“la goccia che fa traboccare il vaso” - si legge nel comunicato
congiunto - Non potevamo però immaginare che a farlo traboccare
arrivasse una vera e propria cascata. Uno tsunami in un vaso già colmo».
Il dirigente ha lasciato l’incarico solo a fine settimana scorsa, ma
per tre mesi, da novembre scorso, essendo in pensione per raggiunti
limiti d’età, ha continuato a firmare atti forte della proroga
trimestrale conferitagli da Depalma. Proroga su cui il collegio dei
Revisori de Conti, organo di controllo terzo, in seno al Comune si è
espresso, chiedendo la revoca di tutti gli atti firmati in questo lasso
di tempo. «Il Collegio dei Revisori dei Conti, organo che vigila
sull’operato amministrativo e contabile di ogni Comune – si legge nella
nota - ha formalmente richiesto di revocare e/o annullare tutti gli
atti a firma del Dirigente del Terzo Settore a partire dal 1 novembre
2020, data del suo pensionamento, ad oggi, a causa della totale
illegittimità del rinnovo del suo incarico da parte di sindaco e giunta.
Annullamento che mette a serio rischio quasi tre mesi di attività
amministrativa in un settore nevralgico come quello dell’Urbanistica e
dei Lavori Pubblici». Situazione grave, quella in corso, le cui
conseguenze sono tutte da immaginare. Concessioni, sanatorie, permessi,
che potrebbero essere tutti invalidati. «Che ne sarà ora delle decine di
atti, prodotti in questo periodo e magari attese da mesi dai cittadini?
- chiede Officina 22 - Sarebbe troppo semplice puntare il dito e dire
“noi ve l’avevamo detto”. Perché, è vero, glielo avevamo detto in tutte
le lingue che andavano dritti contro un muro a piena velocità». Ancor di
più che le forze politiche di opposizione in consiglio comunale avevano
deciso si abbandonare i lavori della massima assise cittadina proprio
in occasione delle discussioni su punti all’ordine del giorno
riguardanti il terzo settore. «Gliel’avevamo detto anche
istituzionalmente – rimarca Officina 22 - ponendo serie pregiudiziali
in Consiglio Comunale nel tentativo disperato di salvaguardare gli
interessi dei cittadini in procedimenti palesemente viziati sin dalla
loro origine. Ma ciò che sconvolge maggiormente è che a metterli
sull’avviso non eravamo stati solo noi dell‘opposizione, “quelli che
remano sempre contro, che gettano sabbia negli ingranaggi, che vogliono
frenare a tutti i costi l‘attività di questa amministrazione”, come per
l'ennesima volta prova a fare il Sindaco nella sua nota stampa: una
vergognosa arrampicata sugli specchi, cercando di sviare le proprie
responsabilità nel merito attaccando singoli consiglieri su questioni
che nulla hanno a che fare con la vicenda».
Il riferimento è alla Corte dei Conti a cui lo stesso comune aveva
chiesto un parere circa la legittimità della proroga al dirigente ornai
in quiescenza. La Corte sul punto i era espressa negativamente. Così
come l’Ispettorato per la Funzione Pubblica presso la Presidenza del
Consiglio dei Ministri aveva chiesto lumi sulla vicenda, facendo per
questo intervenire i Revisori dei Conti. «Fate un passo indietro,
state sbagliando – le ammonizioni ricevute - E loro, invece, cosa
fanno?! Incuranti, vanno avanti imperterriti; anzi, imprimono una
“inspiegabile” accelerazione alla produzione di atti, anche strategici, a
firma del Dirigente illegittimo». E poi le domande: « E che dire anche
del grande pasticcio dell’autovelox sulla strada Giovinazzo-S. Spirito?
Tutto in sfregio alle regole, tutto in sprezzo della legalità, tutto in
un delirio di onnipotenza nonostante le evidenze e gli autorevoli pareri
espressi dagli enti preposti al controllo. Viene spontaneo chiedersi:
Perché? Perché questa ostinazione? Perché questo incedere scellerato e
pericoloso? In questo periodo storico i cittadini hanno bisogno di
certezze, di rassicurazioni, di opportunità e non certo di un Comune che
gioca a poker con le istituzioni e con gli atti amministrativi.
Difficile trovare risposte apparentemente sensate. C’è da chiedersi: chi
opera veramente al servizio dei cittadini? Un‘amministrazione
politicamente pasticciata ed inconsistente, espressione di una
accozzaglia di interessi politici personali e di parte, spesso in
contrasto fra loro, che pur di garantire vantaggi al proprio orticello
agisce spesso sul filo della legittimità e sopra l’asticella della
inopportunità? O una opposizione che, con grande fatica, spesso coperta
da insulti e soprusi, deve costantemente vigilare sulla bontà di tale
operato, preoccupandosi che gli interessi di tutti i cittadini siano
difesi e salvaguardati?».
Le domande poste, secondo «Officina 22», hanno come risposta utile solo le dimissioni del sindaco. «Il segreto della propaganda, si sa, sta nel ripetere ossessivamente una bugia fin tanto che chi l‘ascolta finisce per crederla vera. Loro ci hanno provato con il mantra “Giovinazzo Cresce” – si legge nella nota di Officina 22 - Beh, lasciateci dire che neanche la migliore delle tecniche di propaganda può reggere alla quotidiana prova di incompetenza, superficialità e cinismo in cui è precipitato il Depalma bis. Sarebbe più opportuno chiedersi: Chi davvero cresce a Giovinazzo? La città tutta e i suoi cittadini? No, ora è lampante che in questo paese ci sono opportunità solo per i pochi privilegiati che vantano rapporti diretti con l’amministrazione, la sua giunta, i consiglieri di maggioranza. Quasi 10 anni fa si presentarono come il cambiamento, la ventata di freschezza, la rinascita. Ci crede ancora qualcuno? Ci credono i commercianti? gli imprenditori? i professionisti? le famiglie? Giovinazzo è diventato un Comune al servizio di una sparuta minoranza, di una piccola casta arroccata e inavvicinabile, che esercita il proprio potere in totale disprezzo del diritto di ogni cittadino a ricevere pari opportunità. Esiste una sola, dignitosa soluzione, per tutti gli attori di questo teatrino, a partire dal Sindaco, passando per la Giunta e per i singoli Consiglieri. Una soluzione che chiediamo a gran voce per il bene di Giovinazzo: dimissioni immediate»
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