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03/01/21

CACCIAMO QUEST'UOMO DALL'ITALIA, BASTA SALVATORI DELLA PATRIA

CACCIAMO QUEST'UOMO DALL'ITALIA, E' UN TRADITORE DEL POPOLO ITALIANO E DELLA COSTITUZIONE ... ADESSO BASTA SALVATORI DELLA PATRIA: LI ABBIAMO VISTI TUTTI IN AZIONE E L'UNICA CONCLUSIONE PUO' ESSERE: ANDATEVENE IN PENSIONE (CON LA MINIMA) AD HAMMAMET

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Luigi Di Maio premier? Lui nega, ma nelle chat coi ministri attacca Giuseppe Conte: perché l'ipotesi prende piene

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"Fuori dal mondo mettere in discussione Giuseppe Conte", dice Luigi Di Maio oggi, domenica 13 dicembre. Parole con cui si schiera in difesa del premier, mai come oggi sotto attacco nella sua stessa maggioranza: si pensi alle manovre e alle minacce di Matteo Renzi e si pensi anche a come, trapela dai palazzi del potere, anche il Pd ne avrebbe le tasche piene, tanto da appoggiare tacitamente la campagna del leader di Italia Viva contro l'inquilino di Palazzo Chigi. E si pensi, però, anche a Di Maio. Il ministro degli Esteri, infatti, è da giorni al centro di retroscena di stampa secondo i quali, in un nuovo governo, potrebbe confermarsi ministro. O addirittura assurgere a premier: voce, quest'ultima, circolata nelle ultime ore e confermata anche da un retroscena pubblicato da Repubblica

 

"Se cade il premier c'è Di Maio?", titola Repubblica. Titolo che non ha bisogno di grandi spiegazioni. Ma c'è di più. Il quotidiano dà infatti conto di quanto il grillino avrebbe scritto nelle chat con i ministri M5s, in cui avrebbe duramente attaccato proprio Conte, imputando al premier il pasticcio sul nodo dei movimenti tra comuni nei super-festivi. Un pasticcio che è costato parecchie critiche alle forze di governo, critiche che Giggino imputa proprio al premier. Insomma, difesa pubblica e attacchi privati. Forse perché Di Maio è lusingato da quelle voci sulla sua futura e futuribile premiership. Indiscrezioni che, sempre stando al retroscena di Repubblica, vengono confermate e rilanciate anche da Matteo Renzi: "Se cade Cote esistono tante opzioni e una maggioranza per un altro governo. C'è Di Maio, per esempio...". Parole sussurrate a Nicola Zingaretti, Dario Franceschini e anche a Roberto Fico. E tutti ascoltavano attenti.

 

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