Delega ai servizi segreti, il nuovo ultimatum di Renzi a Conte: “Deve cederla”
La delega ai servizi segreti è uno di quei temi che sta facendo traballare la stabilità del governo. Il presidente del Consiglio Conte non vuole lasciarla, e ribadisce i principi che lo autorizzano a mantenerla. Dall’altra parte, però, Matteo Renzi sta puntando tutto su questa delega: serve una persona di fiducia a gestire i servizi segreti. Secondo il leader di Italia Viva, infatti, non può essere tutto nelle mani di Conte. E, in realtà, qui torna il vero nodo alla base delle polemiche sollevate negli ultimi mesi: la centralità dei poteri nelle mani del Premier durante la pandemia.
>> Leggi anche: Arcuri: “70-80% di italiani vaccinati tra l’estate e l’autunno, l’attenzione non cali”
Delega ai servizi segreti, Conte non vuole cedere
Tecnicamente, Conte può mantenere la delega ai servizi segreti. Secondo la legge numero 124 del 3 agosto 2007, infatti, “in via esclusiva” il capo del governo può detenere l’alta direzione e la responsabilità della politica dell’informazione per la sicurezza, l’apposizione e la tutela del segreto di Stato, la nomina e la revoca del direttore e dei vicedirettori del Dis (Dipartimento per le informazioni della sicurezza) e delle altre agenzie. In più, può determinare l’ammontare annuo delle risorse finanziare, provvedere al coordinamento dei servizi e impartire le direttive. E, di sicuro, una pandemia è compresa nella “via esclusiva”. Per questo motivo Conte, un uomo che è sempre stato al di fuori della politica, ma che ha dedicato la sua vita alla giurisprudenza, sa di poter mantenere la delega ai servizi segreti.
Il fatto è che Matteo Renzi non è d’accordo, e il disappunto verrà inserito nel nuovo documento che è pronto a consegnare al presidente del Consiglio nei prossimi giorni, quando riprenderanno le consultazioni riguardo al Recovery Fund. Per il leader di Italia Viva, chi detiene la responsabilità sugli 007 è diventata una questione centrale, ancora di più del Mes e del Recovery Plan. Anzi, afferma addirittura che non regga il fatto che, come ha dichiarato Conte, “l’autorità delegata in passato era dello stesso partito del Presidente, un uomo di sua fiducia”.
Delega ai servizi segreti, continua la lotta interna di Matteo Renzi
Secondo Renzi, infatti, esistono degli esempi in grado di smontare le teorie di Come riguardo alla delega ai servizi segreti. Si tratta del caso Gianni Letta durante l’esecutivo Berlusconi. O ancora di Gianni De Gennaio con Mario Monti. “Conte si trovi un uomo di fiducia, pure un tecnico”, ha quindi affermato il leader di Italia Viva. Tra l’altro, come sottolinea Renzi, pare che sul tema il presidente del Consiglio sia rimasto piuttosto isolato: il Partito Democratico gli chiede di cedere la delega, il Movimento 5 Stelle ne parla a bassa voce, ma in realtà si posiziona a fianco della coalizione.
Tutto ciò, però, riporta sempre allo stesso argomento: la centralità dei poteri di Giuseppe Conte. E’ questo che davvero infastidisce la maggioranza. Il resto sono tutte scusanti che permettono di far traballare un governo già molto precario a causa della pandemia. Davvero Renzi deciderà di impuntarsi sulla questione della delega ai servizi segreti? Oppure sarà un altro campanello d’allarme fasullo? Questo ancora non possiamo saperlo. E’ certo però che il prossimo 6 gennaio scatterà la deadline: per quel giorno il leader di Italia Viva vuole una risposta. O meglio, alcune risposte. Sulla delega, ma anche sul rimpasto.
Renzi punta ancora al rimpasto
Tra corridoi di Palazzo Chigi infatti non si fa che parlare di Paola De Micheli, e del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Di conseguenza, anche del tema scuola. “Il 7 gennaio si avvicina a grandi passi, ma ancora non è stata fatta chiarezza sulle modalità con cui il governo intende gestire il problema fondamentale del rientro: il potenziamento del trasporto pubblico. Dopo otto mesi di didattica a distanza, un altro flop deve essere assolutamente evitato”, ha dichiarato la presidente di Iv della commissione Trasporti alla Camera, Raffaella Paita. E così dito puntato contro il ministero dei Trasporti che, secondo Italia Viva, dovrebbe assolutamente cambiare nome. Un’idea, tra l’altro, ce l’hanno già: sostituire De Micheli con Ettore Rosato.
Nessun commento:
Posta un commento