https://www.lastampa.it/politica/2020/08/26/news/di-maio-amici-di-pechino-ma-ue-e-nato-non-si-discutono-1.39230297
Di Maio: amici di Pechino, ma Ue e Nato non si discutono
Il ministro cinese in visita a Roma cerca una sponda anti-Usa sul 5G. La linea italiana ritorna sul solco del radicamento euroatlantico
ROMA. Il tour europeo del ministro degli Esteri cinese Wang Yi comincia dall’Italia, e la scelta è stata tutta politica. Non solo in omaggio alla collaborazione tra i due Paesi durante le fasi più critiche della pandemia – il ministro Wang ha ricordato le politiche degli aiuti e il concerto a sostegno della Cina organizzato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella – ma anche perché l’Italia «è il primo Paese europeo con cui è stato siglato il memorandum sulla Via della Seta» e con cui «la Cina condivide una civiltà millenaria». Due aspetti da non sottovalutare: l’uno da leggere come auspicio affinché il nostro Paese faccia da apripista agli altri Stati membri, l’altro da intendere in opposizione a civiltà non millenarie, come ad esempio quella americana, su cui non si è mancato di puntare il dito anche con toni piuttosto duri, accusandola senza troppi giri di parole di portare avanti una «seconda guerra fredda».
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio si è trovato dunque di fronte un’agenda delicata, che anche nel corso della conferenza stampa – dove oltre ai due interventi dei ministri, le domande poste hanno prodotto risposte piuttosto evasive – non sono mancati momenti in cui le divergenze hanno preso il sopravvento sulle intese. È stato proprio il ministro Di Maio, al termine del bilaterale, a sentire la necessità di riportare la barra sull’asse euroatlantico: «La Cina è uno dei partner economici più strategici per l’Italia – ha detto – e il nostro rapporto è basato sulla franchezza. La nostra appartenenza all’Unione Europea e alla Nato è più solida che mai, e proprio questa certezza ci consente di avere un rapporto forte con la Cina».
I punti di frizione sono due: la questione del rispetto dei diritti a Hong Kong e l’approccio da tenere sul 5G. Poco prima dell’incontro tra i due ministri - avvenuto a Villa Madama a Roma - uno dei più noti attivisti per la democrazia di Hong Kong, Nathan Law, aveva chiesto, davanti alla Farnesina, una chiara condanna da parte del governo italiano sull’implementazione della legge sulla sicurezza: «Spero in un approccio più assertivo da parte dell’Italia – aveva detto – e mi auguro che Di Maio affronti il tema con il ministro cinese». Il tema è stato affrontato, e anche se le dichiarazioni del ministro Di Maio sono state piuttosto circostanziate, in sede di incontro bilaterale si è notato un certo irrigidimento da parte cinese.
«Abbiamo ribadito, in accordo con i nostri partner europei – ha detto il ministro Di Maio – l’importanza del principio “un Paese, due sistemi”, e seguiremo con attenzione l’applicazione della legge sulla sicurezza nazionale». Il clima disteso in cui è avvenuto l’incontro – i rappresentanti delle due delegazioni hanno convenuto di levarsi la giacca, facendo uno strappo al generalmente molto rigido protocollo cinese – non ha infatti impedito una battuta, da parte del ministro Wang, sull’importanza del principio di «non interferenza»: «Abbiamo fatto questa legge per contrastare atti violenti e ostacolare le tensioni all’indipendenza, per salvaguardare i diritti dei cittadini e il principio “Un Paese due sistemi”», ha aggiunto.
Ma le interferenze maggiori si registrano sul 5G, il cui accesso, secondo i cinesi, sarebbe ostacolato da chi «non pratica il multilateralismo ma sceglie il protezionismo, creando un clima da seconda guerra fredda», ovvero dagli Usa. L’Italia ha scelto di non chiudere tutte le porte sulla tecnologia cinese, ma a condizione di spostare il dibattito sul livello europeo, con l’intenzione di trovare in quella sede una soluzione che tenga presente il rispetto del perimetro di sicurezza nazionale. Nessuna firma strategica sul 5G dunque, mentre è stato siglato un accordo sul gas tra Snam e Pipe China e uno sull’export di agroalimentare italiano. I due ministri hanno un’agenda piuttosto fitta: compatibilmente con le difficoltà legate alla pandemia, ci sono in programma incontri e collaborazioni ad ampio spettro. Al termine della giornata il ministro Wang ha telefonato al premier Giuseppe Conte, con cui si è intrattenuto per circa mezz’ora sull’importanza della prossima presidenza italiana al G20, rinnovando anche con lui la disponibilità della Cina a collaborare per una sua piena riuscita.
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