Dopo Huawei, nella black list americana finisce un’altra società cinese a cui l’Italia ha dato in passato libero accesso ai propri porti di Trieste e Genova: parliamo della China Communications Construction Company, che il segretario di Stato Mike Pompeo ha accusato di corruzione e di distruzione ambientale.

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Quale sarà ora l’atteggiamento del nostro esecutivo, tenendo presente che proprio ieri sul blog di Beppe Grillo, a capo del maggior partito del Governo, è apparso un durissimo attacco agli USA in favore della Cina. Un articolo che nel titolo faceva appello all’esigenza da parte dell’Europa e dell’Italia di contenere quella che è stata definita “l’irresponsabilità“, sottolineando che rafforzare i rapporti diplomatici tra Cina ed Europa sarebbe ora più importante che mai per evitare esiti negativi di una nuova Guerra Fredda voluta ed alimentata da Washington.
Grillo dà praticamente tutte le colpe della Guerra Fredda agli Stati Uniti d’America.

Continuiamo a giocare col fuoco: l’America ha già annunciato che interromperà i rapporti di intelligence con i Paesi che aprono alle aziende del Dragone, ritenute dagli statunitensi un pericolo per la sicurezza. Resteremmo in sostanza tagliati fuori dal circuito delle informazioni sensibili.

Chi ha autorizzato questa scelta di campo così netta?
Gli italiani sono al corrente del fatto che stanno definitivamente per finire nella morsa del Dragone, appoggiando una dittatura comunista e globalista allo stesso tempo (ossia quanto di peggio si possa immaginare)?