Più volte “don Circostanza” Giuseppe Conte, il Vis-Conte dimezzato giallofucsia, ha ribadito di non agire con il favore delle tenebre. L’ha ripetuto con tanta enfasi e con tanta assiduità da far pensare a molti si trattasse di una excusatio non petita.

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E infatti tale sembrerebbe a tutti gli effetti. In specie se si considera che ora nel decreto sul Covid compare, inattesa, la riforma dei servizi segreti.

Nel famigerato nonché osceno decreto che ha prolungato lo stato di emergenza fino al 15 ottobre, hanno inserito nascostamente e, verrebbe da dire, con il favore delle tenebre, una riforma dei servizi segreti italiani. Lo si è scoperto allorché il decreto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Su questo punto, non risulta esservi stata alcuna discussione in Aula.

Il decreto ha cambiato le norme in vigore dal 3 agosto 2007, vale a dire la legge 124 che fissava che “la direzione generale del Dis (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza) è affidata ad un dirigente di prima fascia o equiparato dell’amministrazione dello Stato, la cui nomina e revoca spettano in via esclusiva al presidente del Consiglio dei ministri, sentito il Cisr (Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica). L’incarico ha comunque la durata massima di quattro anni ed è rinnovabile per una sola volta”.

Adesso Conte e la sua maggioranza color giallofucsia hanno mutato questo passaggio: “Al fine di garantire, anche nell’ambito dell’attuale stato di emergenza epidemiologica dal Covid-19, la piena continuità nella gestione operativa del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, alla legge 3 agosto 2007, n. 124, sono apportate le seguenti modificazioni: le parole ‘per una sola volta’ sono sostituite dalle seguenti: ‘con successivi provvedimenti per una durata complessiva massima di ulteriori quattro anni'”.

Cosa vuol dire? Vuol dire che il governo giallofucsia ha garantito ai direttori del Dis, dell’Aise (spionaggio) e dell’Aisi (controspionaggio) un prolungamento di altri quattro anni del proprio ufficio.

Perché? Troppe cose non tornano. E non solo da ora, come bene avrete capito. In nome dell’emergenza sanitaria si sta dando una svolta autoritaria al sistema di governo.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro