Obbligo vaccinale, la Lega fa muro alle parole di Draghi. Letta: “Incompatibili con le parole del premier”. E anche Forza Italia è a favore
Il "sì" netto pronunciato dal presidente del Consiglio circa la possibilità che si arrivi ad imporre l'iniezione per legge, ultima tappa per portare all'immunizzazione gli irriducibili No Vax dopo una nuova estensione del Green Pass già data per certa dal premier, viene rigettato dal partito di Matteo Salvini: "La Lega era e rimane contro obblighi, multe e discriminazioni". Il plauso di Letta, che punge: "Chi è contro il Green pass è contro la libertà"
La Lega fa muro all’apertura di Mario Draghi riguardo all’ipotesi di rendere obbligatorio il vaccino. Il “sì” netto pronunciato dal presidente del Consiglio circa la possibilità che si arrivi ad imporre l’iniezione per legge, ultima tappa per portare all’immunizzazione gli irriducibili No Vax dopo una nuova estensione del Green Pass già data per certa dal premier, viene rigettato dal partito di Matteo Salvini: “La Lega era e rimane contro obblighi, multe e discriminazioni, ricordando che in nessun Paese europeo esiste l’obbligo vaccinale per la popolazione. Insistiamo invece, e porteremo la proposta al voto anche in Parlamento, perché lo Stato garantisca tamponi gratuiti, salivari e rapidi, per tutti coloro che ne abbiano necessità”, dicono fonti del Carroccio, unica forza di maggioranza nettamente contraria, elencando i risultati già raggiunti dalla campagna vaccinale. Una risposta che ha portato a un nuovo attacco del Pd.
Ma anche dentro il partito, già nelle scorse ore, non erano mancati i distinguo per la giravolta sul Green Pass. Sintomo di una posizione di Salvini e dell’ala più fedele del partito che incontra diversi malumori interni. Lo strappo leghista sul Green Pass non era piaciuto anche a personaggi di spicco come Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, che si era posizionato accanto al collega veneto Luca Zaia da settimane attivo per spingere la campagna vaccinale. Il governatore si era smarcato dalla mossa, inattesa e propiziata da Claudio Borghi: “Dico il mio punto di vista: difendere con grandissimo vigore la vaccinazione che trova fondamento nei numeri perché, da quando abbiamo vaccinato, i numeri della nostra regione sono migliorati, sono eccellenti”. E aveva aggiunto: “Da quando abbiamo fatto la vaccinazione, abbiamo cambiato il trend, questa è la dimostrazione che è fondamentale”, ha proseguito Fontana dicendosi “orgoglioso” che in Regione Lombardia “più dell’87% abbia aderito alla campagna”. E si è detto quindi “contento” del fatto che “presto”, secondo alle proiezioni, “dovremmo arrivare all’immunità di gregge”. Quindi la chiusura, secca: “Solo la vaccinazione ci permette di difenderci dal virus”.
Posizioni che assomigliano molto a quelle di Forza Italia, tornata oggi a ribadire come la linea del partito sia quella di incentivare l’immunizzazione: vaccino e certificato verde, ha detto la presidente dei senatori azzurri Anna Maria Bernini, sono “le uniche vere assicurazioni sul futuro” e il partito “coerentemente” le “rivendica”. E arriva la stilettata agli altri partiti di centrodestra, che resta quindi spaccato su uno degli argomenti chiave in vista della lotta alla pandemia in autunno: “Sarebbe un errore grave regalare alla sinistra il copyright politico” delle misure. “Dal premier Draghi un importante messaggio di chiarezza sul vaccino obbligatorio. Esiste una prevalente responsabilità sociale e collettiva”, dice la deputata forzista Annagrazia Calabria. Per Licia Ronzulli, la vicepresidente al Senato, “è un altro passo avanti nella lotta al Covid”. Posizioni che indicano in maniera inequivocabile come, nonostante le parole distensive del coordinatore Antonio Tajani (“L’unità non è che si basa sul Green pass…”), gli ostacoli sulla strada di una maggiore integrazione del centrodestra di governo siano destinati ad aumentare.
Un plauso alle posizioni di Draghi è arrivata anche da un altro pezzo di centrodestra: “Dall’inizio della pandemia – ha detto il governatore della Liguria Giovanni Toti – continuo a dire che il vaccino è l’unica arma a nostra disposizione e che, se è necessario, l’obbligo vaccinale dovrà essere esteso ad una categoria più ampia di lavoratori. Lo stesso orientamento del presidente Draghi che si è espresso in maniera possibilista anche su un’eventuale terza dose di vaccino. Un segnale forte di uno Stato presente”.
Dopo lo scontro per il voto in commissione sul Green Pass, torna ad attaccare Enrico Letta. Dicendosi “molto d’accordo” con la linea che sta portando avanti Draghi, definita di “sicurezza”, il segretario del Pd ha spiegato: “Va bene per noi andare avanti ed estendere l’obbligo vaccinale e il Green pass. Per noi è la condizione essenziale per poter andare avanti. Ecco perché nella maggioranza di governo chi è contro il Green pass è contro la libertà e contro la sicurezza”. Una nuova presa di distanza dalle posizioni leghiste, sempre più isolate all’interno della maggioranza che sostiene Draghi. “Non si può stare con le parole di Draghi oggi – ha aggiunto Letta – e allo stesso tempo votare contro il Green pass in Parlamento: le due cose sono incompatibili”.
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