GREEN PASS PER ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO. COSÌ L’OBBLIGO VACCINALE SFIORA I PIÙ GIOVANI
L’obbligo di green pass per gli studenti è servito. Non per tutti, ma solo per gli alunni dai 15 anni in su che sono obbligati a seguire il programma dei «Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento», cioè l’alternanza scuola-lavoro.
Il problema si è presentato nel momento in cui gli studenti, che come ha chiaramente detto il Ministero dell’Istruzione, non sono tenuti a possedere il green pass per assistere alle lezioni, diventano formalmente “lavoratori” quando mettono piede in un’azienda. E dunque, ecco che scatta l’obbligo di passaporto vaccinale anche per loro.
Il Ministero è corso subito ai ripari aggiornando le FAQ e sottolineando che “gli studenti che effettuano a qualsiasi titolo un’attività lavorativa sono equiparati ai fini dello svolgimento della stessa agli altri lavoratori” e che “l’art. 9 septies del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52, prevede espressamente, al comma 2, che tale obbligo si applica “a tutti i soggetti che svolgono, a qualsiasi titolo, la propria attività lavorativa o di formazione o di volontariato”.
Oltre ad aver imposto un obbligo vaccinale surrettizio anche ai minori, il punto è: chi paga i tamponi? La commissione Istruzione del Senato avrebbe suggerito di imporre ai vari istituti scolastici di offrire tamponi gratuiti agli studenti. Ma le scuole sono a corto di fondi e quindi il rischio è che le famiglie dovranno accollarsi non solo il costo dei tamponi per lavorare ma anche quello per mandare i propri figli, di fatto, a scuola.
E sulla questione tamponi a pagamento o no per chi non si vaccina, ancora una volta è Israele a fare scuola: a metà novembre dovrebbero iniziare le vaccinazioni sui bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni e per scoraggiare chiunque volesse evitarlo il Commissario per il coronavirus, Salman Zarka ha avanzato la proposta di porre fine ai tamponi gratis per i bambini non vaccinati.
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