Paesi differenti, usi differenti. Mentre in Italia il Green Pass serve a decidere chi possa entrare o meno in luoghi pubblici e dal 15 ottobre chi possa lavorare o meno, in Europa la situazione è differente. La tessera verde, nell’UE nasce con uno scopo completamente diverso, ovvero quello di fare da lascia passare per i passaggi transfrontalieri. A spiegarne la differenza è il professore di Diritto Costituzionale ed esperto Alessandro Mangia in una conferenza al Senato: “Brusaferro ha detto che il Green Pass italiano è il Green Pass europeo. I sostenitori del Green Pass italiano negano questo: se fosse vero verrebbe giù tutto visto quello che c’è scritto nel Regolamento europeo che vieta esplicitamente discriminazioni tra i cittadini e serve soltanto per i passaggi transfrontalieri”.
L’esperto giurista ha poi spiegato come e perché l’autorizzazione condizionata delle vaccinazioni attualmente in commercio è differente da quella standard: “Questi vaccini sono stati messi in commercio sulla base di un’autorizzazione condizionata. In questo momento queste autorizzazioni legittimano il rilascio di questo vaccino. È meno certo che queste autorizzazioni legittimino un obbligo vaccinale”. Le autorizzazioni condizionate durano 12 mesi: l’accertamento è instabile e provvisorio. I vaccini attualmente in circolazione, dunque, hanno bisogno di un accertamento ovvero di un’analisi continua dei dati che terminerà solo al 31 dicembre 2023. “Il Decreto Legge perderà efficacia ma il vaccino è irreversibile” conclude l’esperto di diritto.
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